lunedì 11 febbraio 2013

Osterie a destra e a manca


Italietta: ora ci si mette pure Neri Marcorè.

"Meno male che almeno c'è lei, a' Carfagna elettorale, che qualcosa ci tira sempre su" dice il comico, che ieri sera a Ballarò sostituiva Crozza per la copertina.
Carfagna esprime disappunto per la battuta da osteria e chiede spiegazioni. 
Floris le cita, ridanciano, la battuta pomeridiana del suo leader sull'impiegata "che viene e chissà quante volte viene" ecc. 
(Cliccate Qui per vedere il video, se ve lo siete perso).
Lei giustamente risponde con una domanda: "E questo autorizza forse  un suo comico a fare una battuta da osteria su di me?"
Qui il video.
Floris ci mette un pò a scusarsi per conto di Neri Marcorè. Alla fine lo fa, ma non rpima di averle ricordato che Silvio ha dimostrato, fino al pomeriggio, di saper fare molto di meglio in fatto di battute da osteria.

L'antifona che oggi si ripete in moltissimi commenti all'episodio è più o meno questa:  "Carfagna - l'ipocrita, la soubrette, la Ministra, diventata tale in cambio di chissaché - se lo merita.

Certo è che se per mare non ci sono taverne, in Italia invece non ne mancano, né a destra né a manca e, benché si facciano concorrenza, si ha spesso la netta sensazione che appartengano allo stesso consorzio, che che ne dicano i vari esercenti.

C'è una linea di continuità tra battute di questo tenore e i numeri della violenza di genere, una linea che passa per la costruzione e reiterazione di una rappresentazione ipersessualizzata e mortificante del femminile, in ogni campo: dalla politica allo spettacolo.
Tra scherzi, facezie, discorsi semi-seri e frasi buttate lì distrattamente giorno dopo giorno costruiamo un immaginario  condiviso. Tutto cementifica in quello che diventa il quadro di riferimento entro cui ci muoviamo. 

Lo sguardo di chi liquida  il disappunto di Mara Carfagna come quello di "una zoccola che se lo merita"  non è poi troppo lontano da quello di chi trova attenuanti per la violenza maschile nell'aggressività o nella seduttività di una donna, o ancora, nell'ostinazione a rimanere con chi la maltratta. 
Capita alle donne pluriabusate perfino di sentirsi dire che evidentemente "sono loro ad indurre in chiunque capiti loro a tiro un certo tipo di modalità relazionale, per via delle loro caratteristiche".
Tra le migliaia di donne che subiscono maltrattamenti ci sono naturalmente anche persone aggressive, provocatorie, autodistruttive, calcolatrici ecc., non per questo la violenza nei loro confronti è in alcun modo giustificabile.
Con buona pace di chi condanna la violenza sulle donne solo quando è possibile immaginarle  come fragili fiori recisi o candide colombe sporcate dal bruto, 

Non voglio certo sostenere che Mara Carfagna sia una donna abusata o raggirata, naturalmente.
Certamente però la violenza di genere trova terreno di coltura nella stessa cultura maschilista che permette anche ad un uomo intelligente come Neri Marcorè di parlare in questi termini all'ex ministro Carfagna. 
Ai molti e 'meritevoli' politici uomini, qualunque sia stato il modo in cui hanno conquistato quel ruolo, ben più raramente vengono indirizzate battute a sfondo sessuale. Lo stile da osteria italica è una delicatezza riservata alle donne, anche in politica.

Chi sostiene di poter criticare, o addirittura di volere cambiare, l'Italia di oggi - comico, giornalista o politico che sia - pensa forse di poterlo fare usando qua e là, quasi 'distrattamente', lo stesso stile becero di chi l'ha ridotta così?

Vi propongo, di seguito, una parte dell'articolo scritto oggi da Giovanna Cosenza sul Fatto Quotidiano:
"Penso che Berlusconi, gli applausi che si è guadagnato su quel palco e i sorrisetti imbarazzati della giovane donna ben rappresentano il machismo ammuffito di molti italiani e l’incapacità di molte donne di reagirvi in modo adeguato, specie se la muffa sta su un uomo di potere. Ma penso pure che chi insiste nell’alludere al passato di Mara Carfagna come donna “da calendario” – politico o comico che sia – si qualifica come appartenente o connivente allo stesso machismo stantio. Sei un avversario politico di Mara Carfagna? E allora critica ciò che propone e fa come donna politica. Vuoi fare satira? E allora inchiodala alle inconsistenze e ai tic di ciò che dice,evitando ogni allusione alla sua avvenenza e al suo passato da soubrette. Perché evitarli? Perché altrimenti abbassi il livello della satira, visto che è ben più difficile far ridere sui contenuti e sulle parole dei politici, che sul loro corpo. Inoltre finisci per mostrare a tuo danno, come è accaduto ieri a Marcorè, che un po’ di muffa machista ce l’hai addosso pure tu."
(E' possibile leggere l'articolo per intero sul blog DIS.AMB.IGUANDO - Giovanna Cosenza)



9 commenti:

  1. Del tutto d'accordo con te e con Giovanna Cosenza. Non possiamo utilizzare gli stessi toni e le stesse bassezze di chi vogliamo prendere le distanze. Buona giornata.

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  2. Davvero sgradevole questa uscita di Marcorè (anche se secondo me c'è una certa sfumatura fra le possibilità di difendersi che ha una semplice impiegata e quelle di un'onorevole).
    Si è messo allo stesso livello di chi voleva deridere. Qesto possiamo farlo noi gente qualunque, non uno che della comunicazone fa un mestiere.

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    1. Al di là di chi sia la destinataria o il mittente e di quanto il tutto risulti di cattivo gusto, ogni volta restauna sensazione di gran povertà.. come se mancasse la possibilità di un linguaggio diverso.

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  3. Carissima sono sulla stessa tua lunghezza d'onda ed è da tempo che nel mio piccolo e negli ambienti di lavoro che frequento metto n tto la pratica di non sorridere a battutine e ammiccamenti veri. Ti dirò di più alla prossima volta che mi capita in assetto di riunione qualcosa del genere prendo la parola e lo risponderò senza imbarazzarmi esprimendo il mio pensiero. Giuro che lo farò perchè e non iniziamo a dare noi adulte il buon esempio e a mostrare il coraggio le ragazze non ci seguiranno e soccomberanno sempre.

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    1. ;-) Brava Maria Grazia!
      Penso che questo sia importantissimo ed è necessario che cominci chi ha avuto la possibilità e gli strumenti per sviluppare consapevolezza su queste cose e sulle valenze di certi modi di comunicare.
      Non è facile, nè scontato, reagire 'come si dovrebbe'. Ogni episodio va valutato caso per caso sicuramente, ma in linea generale non mi sento di criticare aspramente chi reagisce con sorrisetti imbarazzati e basta. M
      i vengono in mente alcuni episodi anche di pochi anni fa, in cui mi sono beccata battute del genere di cui parlavamo sopra, e mi torna quella sensazione di 'spiazzamento' per cui l'unica reazione possibile sembra essere, lì per lì, solo una risata nervosa, quasi per sdrammatizzare, con la speranza che si passi velocemente ad altro e che l'interlocutore cambi argomento. Dopo qualche secondo, magari, ti viene anche in mente una larva di risposta a tono che vorresti e potresti dare, ma può insinuarsi il dubbio di essere poi accusata di non avere senso dell'uomorismo.. di essere "esagerata" e di aumentare così il proprio imbarazzo davanti a tutti.. tutte boiate! Il prezzo della rinuncia alla risposta, si paga una volta arrivate a casa, quando cominciano pomeriggi o serate intere di rimuginazioni e fantasie su cosa avresti voluto e dovuto dire.

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  4. Marcorè è un comico che bene o male fa il suo mestiere, Berlusconi è un politico che fa malissimo la macchietta.
    Credo che lo sketch in sè sia stato debole, roba da Bagaglino..credo che qualsiasi stand up comedian americano avrebbe fatto di meglio anche usando le allusioni sessuali e le battute a doppio senso (che fanno parte da sempre del legittimo arsenale della comicità, non è giusto abolirle, tutto sta nel saperle usare con intelligenza) e anche senza bisogno di andare oltreoceano il nostro Corrado Guzzanti avrebbe fatto di meglio. Detto questo, il problema non è la battutaccia di Marcorè ma il modo in cui a sinistra o tra gli anti-berlusconiani viene considerata la Carfagna in particolare e le donne berlusconiane in generale: Ricapitoliamo: Gasparri/Marcorè fa una battuta stupida e volutamente razzista sullo smacchiare Balotelli: non succede niente, fa una battuta scema sulle nozze di Vendola, niente, fa un doppio senso sulla Carfagna: booom! Mentre negli altri casi non si fa fatica ad attribuire senza problemi le idiozie al personaggio Gasparri, solo con l’ultima idiozia si verifica un corto-circuito dovuto sì al fatto che quello non era un contesto di totale fiction (come invece è un film), dovuto sì al fatto che la Carfagna con la sua reazione ha portato tutti a concentrarsi su quella battuta, ma c’è dell’altro: perchè non riusciamo ad attribuire interamente l’idiozia al personaggio Gasparri? E’ semplice: perchè tanti e tante a sinistra quindi nell’area culturale di Marcorè e di parecchi comici italiani, sono certi (e hanno anche i loro motivi per pensarlo) che la Carfagna stia dove sta solo per le sue..doti fisiche e che un ex soubrette televisiva che faceva i calendari nuda non sia degna di fare il ministro e se poi sta a destra e in QUESTA destra è certo che sia incompetente..essendo questa un’opinione generalmente diffusa a sinistra si crede che anche l’uomo Marcorè la condivida forse è così, è parecchio probabile ma non possiamo essere sicuri che in questa occasione abbia voluto attaccare la Carfagna. dopo aver visto il filmato pur ammettendo una certa ambiguità sono incline a credere che Marcorè volesse rappresentare quello che secondo lui è il modo in cui Gasparri vede la Carfagna..quanto questo modo appartenga anche a marcorè o a quelli che hanno riso al doppio senso non è dato sapere con assoluta certezza

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    1. mi permetto di aggiungere che chi fa il comico o l'autore satirico non può tenere troppo conto di cose come il "buon gusto" (o peggio ancora: il politicamente corretto)g criterio soggettivo e assolutamente relativo all'epoca e alla società che magari il comico vuole mettere alla berlina.
      Insomma se io interpreto un politico che reputo becero e ignorante dovrò farlo parlare in maniera becera.
      Comunque in un contesto assolutamente diverso, ecco un uso simpatico e intelligente di un doppio senso a sfondo sessuale per fare un discorso politico: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=o6G3nwhPuR4

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    2. L'obiezione sull'attribuzione a Gasparri (che Marcorè stava mettendo alla berlina) è anche condivisibile, certo. Ma quello che subito dopo "re-incornicia" la battuta- e cioè l'intervento di Floris - mostra, secondo me, che lo stile in gioco non è solo quello dell'imitato, ma anche quello degli "imitatori" (e qui non intendo il solo Marcorè).
      Mi riferisco al fatto che Floris, in risposta all'indignazione della Carfagna, tira fuori la storia che "Berlusconi sa fare anche di meglio" come se a sessismo fosse lecito rispondere con altrettanto sessismo. L'implicito è, tra l'altro, che al fianco di un leader del genere ed essendo ministro per meriti non strettamente politico-intellettuali, Mara Carfagna "meriti" un trattamento da osteria alla Berlusconi da chiunque. Come ho cercato di spiegare sopra, trovo questo implicito subdolo e pericoloso.

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    3. ma se il problema è Floris siamo anche d'accordo. Avrebbe potuto rimarcare che quella è l'interpretazione di Gasparri secondo Marcorè

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