sabato 9 febbraio 2013

La Chiesa in salotto, tra le amiche.


Facendo zapping pomeridiano, sono finita tra Le amiche del sabato, una trasmissione di Rai uno.
Si parla di divorzio e qualcuno accenna alla possibilità che rimanere insieme benchè non si vada d'accordo, possa essere una scelta d'amore per il benessere dei figli.

A questo punto, un prete salottiero (si vede davvero molto spesso nei talk) - tale Don Mario - dice più o meno queste parole:
"Io sono figlio di un divorziato e di una signorina, nonostante questo sono venuto su  'stupendamente formato' da genitori che pur non potendo prendere la comunione, pregavano e mi hanno educato bene ecc. (..). Mia madre comprendeva mio padre, anche se lui a volte era violento. Lo accettava per amore, per il bene dei figli."

Qualcuno, tipo Luca Giurato (vedi tu in chi si deve sperare per riavere in studio un minimo di buon senso), fa notare che questo vuol dire distruggere una donna, che non è questo che vorremmo intendere per Famiglia e che vien proprio da dire Evviva il divorzio. 
Lui, il prete, risponde che questo tipo di affermazioni non le può accettare.

Non cadiamo certo dal pero. Conosciamo tutti la posizione della Chiesa sul divorzio e i miliardi di "si, ma" sull'autodeterminazione femminile, oltre che i no più o meno netti.
Ma a voi sembra normale che un opinionista-prete dica queste cose su Rai Uno, durante una trasmissione con pubblico prevalentemente femminile?
Vi sembra tollerabile che si porti il padre violento e la madre che non sa di poter dire Basta senza perdere valore agli occhi del suo Dio come esempio di famiglia  in grado di "stupendamente" formare?

Sarebbe questa la Chiesa reale, quella che prende le distanze dalla pecorella smarrita - o meglio 'scheggia impazzita' - Don Piero Corsi? 
Sarebbe questa la parte migliore, quella moderata, che conviene mandare a far presenza in tv, perchè anche i media sono strumento di diffusione della buona novella e della gioia cristiana e magari, con l'occasione, si fa pure un pò di  innocente marketing?

Vorrei che i cattolici parlassero, vorrei che in tanti prendessero le distanze da questa chiesa tronfia da salotto. 

2 commenti:

  1. Ciao, sono arrivata al tuo blog da un link di Maria di Palermo. Mi piace leggerti.

    Non sono cattolica, ma spero di potermi indignare ugualmente per quanto detto da quel prete su Rai1.Finché parlava di una famiglia non unita da un matrimonio poteva anche essere un buon messaggio, ma sdoganare la violenza sulle donne quando dettata da "amore" dovrebbe a mio avviso costituire reato.

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    Risposte
    1. Ciao Curlydevil! Benvenuta nel Mafraj!

      Sono d'accordo con te, frasi del genere mi suonano gravi quanto l'apologia del fascismo, che appunto è reato (almeno sulla carta).

      A dire la verità anche quando parlava delle unioni tra persone non sposate, il sacerdote era molto poco possibilista, portava i genitori come esempio di coppia che, benché chiaramente in peccato, era comunque riuscita a "riscattarsi" sia rimanendo insieme per amore dei figli nonostante la violenza del padre, sia formando cristianamente il figlio al punto tale da creare i presupposti educativi perché facesse poi la scelta del sacerdozio cattolico.
      Era questa l'impressione netta che secondo me si aveva ascoltando l'intero dibattito in studio e le parole del prete in quel contesto.
      Questo è il link al replay della trasmissione: http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?refresh_ce#day=2013-02-09&ch=1&v=178666&vd=2013-02-09&vc=1
      La parte di cui parlo nel post è sul finire, al minuto 01.56.40 circa.
      Ciao!

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