mercoledì 23 maggio 2012

Quand'è l'anima?

Oggi su Palermo piove.
Oggi la città si lava. 
Speriamo non abbia il vecchio impermeabile.
Speriamo che l’acqua faccia quello che deve fare.
Non è un giorno qualsiasi. Sono passati vent’anni.

C’è una poesia di Wislawa Szymborska che “smonto” spesso. 
Ne prendo qualche frammento all’occorrenza.
Le poesie si devono poter “usare”, spremere, stringere, maneggiare… vivere. Altrimenti sono fregature.
Oggi è il giorno giusto per rimontarne una e usarla per intero.
Sarà un pò la mia commemorazione.
Si chiama Qualche parola sull'anima
L’anima la si ha ogni tanto.
Nessuno la ha di continuo
e per sempre.

Giorno dopo giorno, 
anno dopo anno, 
possono passare senza di lei.

A volte nidifica un pò più a lungo
solo in estasi e paura dell’infanzia.
A volte solo nello stupore 
dell’essere vecchi.

Di rado ci da' una mano in occupazioni faticose,
come spostare mobili, 
portare valige
o percorrere le strade con scarpe strette,

Quando si compilano moduli, si trita la carne,
di regola ha il suo giorno libero.

Su mille nostre conversazioni partecipa ad una,
ed anche a questo non necessariamente,
poiché preferisce il silenzio,
quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno, alla chetichella.

E' schifiltosa:
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari, la disgusta.

Gioia e Tristezza non sono per lei due sentimenti diversi.
E'  presente accanto a noi solo quando essi sono uniti.

Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente 
e curiosi di tutto.

Tra gli oggetti materiali le piacciono gli orologi a pendolo 
e gli specchi,
che lavorano con zelo 
anche quando nessuno guarda.

Non dice da dove viene 
e quando sparirà di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.

Si direbbe che 
così come lei a noi,
anche noi siamo necessari a lei, per qualcosa.

Oggi penso e ripenso a quand'è l'anima e una foto di 20 anni fa risponde e continua per me quella poesia...

L'anima la si ha quando la retina si ribella e regge l’immagine dell’imperatore nudo quel tanto che basta a dare fiato alle corde vocali.
Ci sorprende nel punto d’incontro tra la paura ed il coraggio.
Non pretende mai eroismi l'anima, ma disprezza gli assenteismi, soprattutto se ad assentarsi è l’Integrità.
In quel caso si dimette senza tante chiacchiere.

Si direbbe che alcune anime camminino su più di due gambe e vadano più in là del tempo di una vita.

Spero che le anime si ereditino anche.  
Disperderle significherebbe ri-perderle.
Significherebbe uccidere. 
Di nuovo.


7 commenti:

  1. Bellissimo intervento Maria Luisa. A tal proposito vorrei esprimere anche un mio parere.. e questa "sarà un pò la mia commemorazione".
    L'assenteismo "morale", l'ignavia e la mancanza di presa di posizione per paura,per disinteresse o per mancanza di volontà sono sullo stesso piano della codardia. Alcuni uomini hanno avuto il "dono" di esser capaci di guardare in faccia la vita, la giustizia, il male e il bene allo stesso modo.. sempre con la stessa fermezza. Altri si piegano all'ingiustizia per paura o per comodità. Eppure basterebbe già iniziare ad uscire da questa situzione di "stallo" nel proprio piccolo: basterebbe dire no a chi ti propone una raccomandazione, dire no ad abbassarsi a compromessi per raggiungere i propri obiettivi, dire no ad "interessarsi solo dei problemi propri" sempre e comunque.. finchè le cose non ci toccano chi se ne frega, giusto??? Ma se tutti ragionassero così e se anche Falcone e Borsellino avessero ragionato così, oggi la situazione non sarebbe ancor peggiore di quella che è?? Io non mi giudico migliore; non so se sarei mai in grado di fare ciò che Loro hanno saputo fare e di guardare in faccia il pericolo in questo modo, ma VORREI fortemente imparare.
    Vorrei riportare un passaggio della lettera scritta in questi giorni dal figlio di Paolo Borsellino, che diventa significativo rispetto al concetto espresso prima
    "...D’altra parte è certo quello che non sarei mai voluto diventare dopo la morte di mio padre, una persona che in un modo o nell’altro avrebbe “sfruttato” questo rapporto di sangue, avrebbe “cavalcato” l’evento traendone vantaggi personali non dovuti, avrebbe ricoperto cariche o assunto incarichi in quanto figlio di …. o perché di cognome fa Borsellino. A tal proposito ho ben presente l’insegnamento di mio padre, per il quale nulla si doveva chiedere che non fosse già dovuto o che non si potesse ottenere con le sole proprie forze. Diceva mio padre che chiedere un favore o una raccomandazione significa mettersi nelle condizioni di dovere essere debitore nei riguardi di chi elargisce il favore o la raccomandazione, quindi non essere più liberi ma condizionati, sotto il ricatto, fino a quando non si restituisce il favore o la raccomandazione ricevuta...."

    Quanti di noi oggi possono dire lo stesso???Quanti non devono dire grazie?? Quanti non hanno sfruttato il nome del proprio padre o del proprio parente influente per arrivare dove sono? Quanti non si sono piegati in modi diversi a questa società???

    Sinceramente ho paura che il numero di chi si ribella oggi non sia quello che Falcone e Borsellino, con i loro insegnamenti e i loro sacrifici,avrebbero sperato che fosse..

    Giusy.

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    1. Ciao Giusy! Grazie per la tua riflessione ed anche per le parole di Manfredi Borsellino.

      La questione "raccomandazioni" è una delle più nere che io conosca.. una delle più sottovalutate aree di connivenza. Una tragedia diffusa.. che ci distruggerà ben prima di altre bombe, se non la fermeremo. Mi viene la nausea ogni volta che in vista di nuove elezioni qualcuno allude a "nuove possibilità di lavoro" sperando di ottenere il voto "della speranza" in cambio. Saccenti e sicuri che se hai più o meno trenta anni non puoi non avere bisogno di quella "speranza". La scusa becera è che "di questi tempi è così difficile lavorare, se non si fa così...". Orribile. Una strage silenziosa del merito e dell'autostima.

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  2. Forse le anime non si ereditano. Ma si ereditano gli esempi che quelle anime ci hanno lasciato. A volte, però, non si ereditano nemmeno questi esempi e, un pò impermeabili, ce li lasciamo scivolare addosso, perchè è meno difficile.
    Temo che mille volte li abbiamo uccisi ancora e mille altre volte lo faremo. Ma alla fine dei giorni, a furia di ricordarcene, le nostre coscienze ne verranno trafitte, un pò come la goccia cinese che, presto o tardi, scava la roccia. L'importante è ricordarsi che quella goccia persiste, al di là di noi e di loro.

    M. Anna

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    1. Ciao M. Anna, grazie per il tuo commento.
      Rispondo con parole che ha ricordato "Mari da Solcare" nel suo blog: "Maledetta la terra che ha bisogno di eroi" (Bertolt
      Brecht)

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  3. Ottima la poesia di Wislava S. per ricordare il 23 maggio. Anch'io ho postato qualcosa nel mio blog: http://maridasolcare.blogspot.it/

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  4. In giorni così difficili per noi come quelli che stiamo vivendo,come quelli della commemorazione, con attentati e terremoti connessi,con tutto questo magma che ci travolge, ho rivisto questo piccolo pezzettino di intervista:

    http://www.youtube.com/watch?v=y6Zq4V4FmCA&feature=related

    Non appena le parole, ma anche lo sguardo appiccicato alle parole, mi ridanno un po' il senso delle cose, delle proprità.
    Sentimenti e scelte che con difficoltà ri-scelgo ogni giorno giorno per far respirare la mia anima.
    Molto belle le tue riflessioni e collages, mi sono permessa di dedicarti il mio primo post ;)

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