giovedì 3 gennaio 2013

La migliore offerta, il giorno dopo


Emoziona, seduce, pungola, chiama in causa lo spettatore; lo riconvoca ad un irresistibile percorso a ritroso sulla pellicola, fuori dalla sala.
Il nuovo film di Tornatore fa tutto questo e molto di più.
La trama di un percorso esistenziale – molto più che una storia d'amore come in tanti l'hanno definita – cucita, dritto e rovescio, con l'ago sottile del thriller.

Ambientazione mitteleuropea per una storia che ha per protagonista un sofisticato e bisbetico antiquario e battitore d’asta, il sessantenne Virgil Oldman.
Uomo ricchissimo, acuto e raffinato, quanto irriducibilmente solo. A scalfire la corazza di solitudine, presidiata da una paura maniacale del contatto con gli altri e con i loro oggetti, sarà l'incontro con Claire, giovane donna, altrettanto corazzata dentro ad una solitudine che fa da specchio a quella dell'esperto a cui affiderà la valutazione e la vendita dei beni di famiglia.

Tantissimi i temi in gioco: lo spazio, il confine tra il proprio e quello degli altri; la fiducia, la paura del cambiamento e la necessità della trasformazione; la paura/fobia, la malattia mentale; l'amicizia, l'illusione ingenua quanto mortifera di certi amori: salvare l'altro suo malgrado; e ancora: l'amore e la sua incompatibilità con qualunque "raggiro terapeutico", ma soprattutto il doppio.

Dritto e rovescio, vero e falso, apparenza e sostanza, oggetti e soggetti, soggettività ed oggettività: opposti confusi, sconfinanti l'uno nell'altro, mai davvero districati.
Il tema del doppio si incrocia con una riflessione sull'amore e sul suo – apparente? - potere di disarmare.
È l'amore che affoga nel nulla la sottile capacità d'intuizione di una mente prudente, in grado di distinguere in un nonnulla l'originale dalla copia del più abile falsario d'arte?
È l'amore ad accecare Mr.Oldman, ennesimo sprovveduto Mr. Scrooge convertito troppo tardi alla forza dei sentimenti?
La questione è certamente molto più complessa se "In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico"- come Tornatore fa dire proprio al bravissimo Geoffrey Rusch/Mr. Oldman. 
Se c'è una morale della favola – perché è proprio dentro ad una favola che ad un certo punto si ha la sensazione di trovarsi, con tanto di timida speranza in un happy end a tutto tondo – è proprio questa.


Un film in cui l'immagine è narrazione.
Metafore e allegorie costellano e impreziosiscono la narrazione per la loro efficacia.


Un esempio su tutti: i guanti che Mr. Oldman ha sempre usato come schermo nel contatto con la pelle degli altri, diventano repentinamente "fazzoletti" con cui asciuga d'impeto la sua pelle e la sua corazza sudata di terrore mentre sembra quasi sciogliersi di fronte al dolore di chi ama e alla consapevolezza di esserne parte.

La forza simbolica di alcuni fotogrammi è davvero indimenticabile: porte segrete nelle case di entrambi i protagonisti; stanze matrioska che contengono dentro altre stanze ed altri livelli di verità nonché di permeabilità del sé all'altro; marchingegni e automi che evocano incastri machiavellici e, nello stesso tempo, la difficile costruzione di un'amore: dai singoli pezzi al congegno di coppia; uno scenario costellato di orologi che diventa il set perfetto di un'attesa fedele e interminabile.
Se Vivere con qualcuno è come partecipare ad un'asta, e dunque non sapere mai se la propria offerta sarà la migliore, come sapere quale sarà - e se ci sarà - un'offerta in grado di esorcizzare il rischio della relazione?


Fino ad un certo punto, si ha quasi l'impressione di incontrare personaggi archetipici e, se vogliamo, perfino stereotipati: il vecchio ricco scorbutico chiuso nella sua ricca solitudine sprezzante che all'improvviso si invaghisce – e si rimbambisce anche - della fragile giovane vittima della vita e di se stessa da salvare con dedizione e ostinazione paternalista.
Ma la pellicola mostra presto il suo rovescio: ogni stereotipo smonta se stesso dall'interno, ed il confine tra il buono ed il cattivo, tra ciò che è fragile e ciò che è forte, così come tra il vero e il falso, diventa sempre più fluido: oggetti e personaggi, tutti, in scena con le rispettive ombre, di luce o di tenebra.

Il film funziona molto meno, secondo me, nel rappresentare i personaggi femminili.
[Attenzione spoiler nelle prossime 5 righe]
Rimane un retrogusto amaro in particolare per la co-protagonista: se da un lato il personaggio de-costruisce lo stereotipo della debole vittima redenta dal vero amore, rimane un pò impigliato nella dicotomia "debole fanciulla" versus "complice senza scrupoli del migliore offerente".
Francamente, qualcosa della sempreverde opposizione "Santa o puttana" rimane addosso, mentre scorrono i titoli di coda. 
[Fine allerta spoiler]

Il film di Tornatore mi pare comunque di grande intensità ed efficacia, e se non lo è nel maneggiare gli stereotipi di genere, lo è certamente nel raccontare un'identità, la sua complessità e la storia di una trasformazione liberante e tragica nello stesso tempo.


Se per caso mi state maledicendo perché questo post vi sembra tutto un gigantesco spoiler, perdonatemi, ma sappiate che il film è molto, ma molto di più di quello che ho rivelato qua e là. Vale la pena lo stesso, insomma.
Perdonata o no, buona visione o re-visione a tutti ;-)


1 commento:

  1. cara Louise: c'è qualcosa nella regia di Tornatore che non mi ha mai convinto appieno. Ma credo proprio che, grazie alla tua appassionata recensione, questo film andrò a vederlo. Buon 2013!

    RispondiElimina

PER CHI VUOL COMMENTARE MA NON HA UN PROFILO BLOGGER

Basta inserire il testo nello spazio bianco e poi scegliere di commentare come Anonimo, selezionando questa opzione dal menù a tendina che compare dopo la scritta "Commenta come"...
Potrete comunque firmarvi in coda al testo che avrete inserito nello spazio per il commento.